Le preoccupazioni dei governi sulla sicurezza delle informazioni riservate non si fermano e una popolare app è ora al centro delle polemiche.
Una lista crescente di nazioni sta prendendo provvedimenti contro alcune app. La prima a finire al centro di ban e limitazioni è stata TikTok, che molti paesi hanno bloccato a causa delle preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza informatica. Secondo quanto si apprende da alcune indagini, sembra che la sua azienda madre, ByteDance, abbia legami con il governo cinese, fattore di grande preoccupazione per le nazioni occidentali.
Al momento, nazioni come Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti hanno preso diversi tipi di misure nei confronti di TikTok. Generalmente, l’app è stata vietata sui telefoni dei dipendenti che lavorano per enti governativi. Anche alcuni organismi governativi internazionali, tra cui la Commissione europea e la NATO, hanno vietato al proprio personale di utilizzare TikTok sui propri telefoni aziendali. Ora una nuova app è finita nel mirino delle restrizioni e si tratta, ancora una volta, di un software cinese.
A partire da lunedì 30 ottobre, il Canada ha vietato l’utilizzo dell’app di messaggistica cinese WeChat su tutti dispositivi mobili forniti dal governo ai suoi dipendenti. Il ban ha riguardato anche un altro software, l’antivirus Kaspersky, proprietà di un’azienda russa con sede a Mosca. Le motivazioni sono le stesse in entrambi i casi: i rischi per la privacy e la sicurezza di informazioni riservate.
Il governo canadese ha precisato che, al momento, le informazioni governative non sono state compromesse. Ci sono però forti possibilità che questo accada in futuro e, dopo una valutazione del responsabile delle informazioni del Canada, è stato annunciato che WeChat e le applicazioni sviluppate da Kaspersky, “presentano un livello inaccettabile di rischio per la privacy e la sicurezza“.
Il ministero degli Esteri cinese ha subito risposto alle accuse, affermando che il governo canadese ha emesso un divieto alle imprese cinesi senza alcuna prova concreta. “Speriamo che il Canada abbandoni i pregiudizi ideologici, si attenga ai principi dell’economia di mercato e fornisca un ambiente commerciale equo e non discriminatorio per le imprese cinesi“, ha dichiarato il portavoce Wang Wenbin durante una conferenza stampa regolare martedì.
Il Treasury Board del Canada ha ribadito di non avere prove che le informazioni governative siano state compromesse, ma ritiene che i metodi di raccolta dei dati da parte delle applicazioni non siano chiari e ci sono rischi per il futuro. Il timore dei vertici di WeChat, ora, è che l’app possa andare incontro a un destino simile a quello di TikTok, con ban e limitazioni che si estendono a macchia d’olio da un paese all’altro.
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