Un nuovo rapporto evidenzia i problemi della popolazione italiana con la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Nel corso degli anni, vari rapporti hanno dimostrato che in Italia c’è un basso tasso di alfabetizzazione digitale. Nei sondaggi che confrontano i livelli di conoscenza delle nuove tecnologie tra gli stati europei da parte dei cittadini, gli italiani si classificano spesso in fondo alla classifica. Recentemente anche Telecom, oggi conosciuta come TIM, ha messo in guardia l’Italia su questa situazione.
La competenza digitale è l’abilità di una popolazione di convivere e lavorare con la tecnologia, informandosi in maniera critica su tutti i tipi di risorse digitali. Significa essere in grado non solo di leggere e fare cose sul web, ma anche di comprendere come il mondo online riesca a influenzare in maniera significativa quello reale. Per questo motivo, la bassa alfabetizzazione digitale di un popolo è, potenzialmente, un fattore di debolezza che spaventa gli esperti.
Già nel 2019 l’Eurostat aveva pubblicato il rapporto “Indice dell’economia e della società digitali” (che confronta gli Stati membri dell’UE in termini di competitività digitale) e aveva classificato l’Italia al quinto posto dal basso tra i paesi dell’UE. In particolare, il rapporto notava che “in Italia 3 su 10 persone non sono ancora utenti regolari di Internet, e più della metà della popolazione manca ancora di competenze digitali di base“.
Nelle ultime settimane è stata Telecom Italia a parlare ancora una volta dei problemi dell’Italia con le nuove tecnologie. Secondo l’azienda, l’Italia non è un paese competitivo in ambito tecnologico e ora sta rischiando di perdere il treno del cloud computing, un mercato che in questi ultimi anni è in rapida espansione.
Secondo il rapporto l’Italia, pur essendo una nazione sviluppata, si dimostra ancora una volta lenta nell’adottare nuove tecnologie, in questo caso il cloud computing. Quest’ultima è una tecnologia che permette alle aziende di accedere e utilizzare software attraverso la rete, senza la necessità di installazioni sui propri computer. Il cloud computing rende più efficienti le operazioni aziendali e consente anche una significativa riduzione dei costi, motivo per cui c’è grande interesse intorno a questa tecnologia.
Nel rapporto si evidenzia ancora una volta che il livello di alfabetizzazione informatica in Italia è ancora tra i più bassi d’Europa. Questo ritardo tecnologico pone l’Italia al cinquantunesimo posto nella classifica del World Economic Forum del 2011 riguardo la capacità di un Paese di utilizzare e beneficiare delle nuove tecnologie.
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