Smartwatch e cuffie di Google possono essere molto utili per tenere sotto controllo alcuni parametri di salute e benessere.
Gli smartwatch sono diventati un accessorio molto popolare negli ultimi anni. Oggi sono sempre più economici e incorporano sempre più funzioni. Tra i vari servizi offerti, questi dispositivi hanno catturato l’attenzione degli utenti di tutto il mondo anche perché sono strumenti perfetti per tenere traccia di molte statistiche legate alla salute e al benessere.
Gli smartwatch sono tipicamente associati agli appassionati di tecnologia e agli amanti del fitness, ma anche le persone comuni possono trarne vantaggio. Informazioni come il contapassi, la frequenza cardiaca o la qualità del sonno sono informazioni utili a chiunque voglia tenere sotto controllo la salute del proprio corpo. Negli ultimi giorni Google ha però annunciato che le sue cuffie possono fare qualcosa di ancora più avanzato.
Una funzione inedita per un paio di cuffie
Gli smartwatch possono funzionare anche come contatori di calorie, promemoria per l’assunzione di medicine, controllo della temperatura corporea. E rendono tutte queste informazioni disponibili su tutti i dispositivi connessi che appartengono all’utente. Google, però, in un suo recente post ha condiviso una nuova scoperta: le Pixel Buds, il modello di cuffie prodotto dall’azienda, riescono a rilevare alcuni dati in maniera molto più accurata.
In un recente post sul suo blog, Google ha rivelato di aver scoperto un modo per rilevare il battito cardiaco di una persona attraverso gli auricolari ANC (active noise canceling). Il metodo utilizzato si chiama “Audioplethysmography”, APG per abbreviare. Secondo l’azienda, gli auricolari ANC inviano un “segnale ad ultrasuoni a bassa intensità attraverso gli altoparlanti“. Il segnale rimbalza poi nel canale uditivo, inviando l’eco che sarà ricevuto dai microfoni delle cuffie. Queste eco sono influenzate da “piccoli spostamenti della pelle del canale uditivo e dalle vibrazioni del battito cardiaco“.
Con questa tecnica l’azienda è stata in grado di rilevare sia il battito cardiaco degli utenti che la variabilità del battito cardiaco. Potevano cioè capire se il cuore batteva veloce o lento. Google spiega nel suo post che il canale uditivo è posizione ideale per il rilevamento di questi dati grazie a tutti i vasi sanguigni che permeano quella parte del corpo.
La tecnica APG, comunque, non è perfetta. Secondo Google, potrebbe essere disturbata dai movimenti del corpo, il che potrebbe limitarne notevolmente l’implementazione nei futuri dispositivi. In ogni caso, Google ha affermato che rimane fiduciosa.
Ora la domanda che molti utenti si pongono è se vedremo la tecnologia APG nella prossima generazione di Pixel Buds o in qualsiasi altro auricolare. Anche Apple aveva annunciato ormai diversi anni fa di voler inserire un sensore per la frequenza cardiaca nelle sue cuffie ma non si è ancora saputo nulla di quel progetto. Tra l’altro, l’azienda afferma che riuscirebbe a far supportare la tecnologia APG agli auricolari ANC con un “semplice aggiornamento software“.