I messaggi RCS promettono di essere la prossima frontiera della comunicazione on line: ecco come funzionano.
Un tempo esistevano gli SMS, ovvero era possibile inviare da un cellulare all’altro brevissimi messaggi di testo a pagamento. Per quanto oggi sia certamente una forma di comunicazione superata, quando divennero popolari, intorno alla metà degli anni Novanta, cambiarono radicalmente le modalità di comunicazione tra i giovani.
Oggi alla sola idea di dover pagare per ogni messaggio che inviamo ci sembra completamente folle perché, nel frattempo, siamo passati all’ampio utilizzo di applicazioni di messagistica che sfruttano la rete per inviare e ricevere messaggi. Le applicazioni attuali permettono ovviamente di scambiare contenuti molto più vari ed interessanti del semplice testo: dalle foto fino ai video e ai messaggi vocali passando per le emoji e le reazioni ai messaggi.
Il problema è che perché la comunicazione funzioni le applicazioni devono essere installate su tutti i telefoni coinvolti, quindi se per esempio un utente preferisce utilizzare Telegram invece di WhatsApp, si troverà escluso da moltissime conversazioni, dato che WhatsApp è di gran lunga più utilizzata. Quando invece si usavano gli SMS, qualsiasi telefono dotato di una scheda SIM poteva comunicare con tutti gli altri, a patto naturalmente di conoscere il numero di telefono degli interlocutori.
Messaggi RCS: come gli SMS ma con tante funzioni moderne
Lo standard RCS (Rich Communication Services) è stato sviluppato nel 2007 ma non si è diffuso come si sperava. Già allora permettevano di inviare fotografie ed emoji a utenti di cui si conosceva il numero di telefono ma costavano più degli SMS e naturalmente questo fu un grosso limite alla loro diffusione.
Oggi però Google ha deciso di reinvestire su quello standard, sfruttandolo per l’applicazione messaggi nativa in ogni telefono. In pratica con la app “messaggi di Google” si potranno scambiare messaggi, fotografie, file ed emoji con tutti i propri contatti. Se invece di utilizzare i messaggi di Google, l’utente destinatario userà un’altra applicazione, sempre però basata sullo standard RCS, i messaggi arriveranno lo stesso, perché tutte le varie applicazioni “parleranno la stessa lingua”, cioè utilizzeranno lo stesso standard.
Il sistema sarebbe all’avanguardia anche dal punto di vista della privacy e della sicurezza: tutti i contenuti sarebbero scambiati end-to-end, cioè sarebbero visibili solo al mittente e al destinatario e a nessun terzo attore. Si attiverebbero poi notifiche che ci permetterebbero di sapere se il messaggio inviato è stato ricevuto e letto, esattamente come accade con le spunte blu di WhatsApp. Se un tempo gli SMS viaggiavano attraverso la linea telefonica, gli RCS viaggerebbero tramite la rete internet, quindi il loro invio non avrà alcun costo perché sfrutterà semplicemente una rete wi-fi fissi o i dati mobili che l’utente ha già pagato.
Per abilitare gli RCS su Android si potrà fare riferimento alla App Messaggi di Google: dovrebbe essere già installata sul dispositivo o comunque sarà possibile scaricarla direttamente e senza costi dal Play Store.
Una volta installata e aperta la App bisognerà cliccare sull’immagine del profilo e cliccare su Impostazioni Messaggi. A questo punto bisognerà scegliere l’opzione Chat RCS e successivamente Attiva le Chat RCS.
A questo punto l’applicazione avvierà una scansione di tutti i contatti presenti in rubrica e ci segnalerà con un bollino verde quelli che possono essere contattati perché hanno attivato le chat RCS. Quelli segnalati da un bollino osso ovviamente non lo hanno ancora fatto.
Unica brutta notizia? Apple ha deciso di escludere lo standard RCS dai propri sistemi: quindi i messaggi RCS non saranno disponibili sugli iPhone.